SS. Crocifisso: memoria tradizione profezia


Il SS. Crocifisso di Castelfidardo :

MEMORIA TRADIZIONE PROFEZIA

MEMORIA
Nel mese di Settembre, Castelfidardo ricorda l’Amore Misericordioso del Padre che ha dato il suo Figlio Unigenito Gesù Cristo, crocifisso per noi e rinnova il suo Grazie nel segno della “Memoria” che i nostri padri ci hanno consegnato.
Ci hanno raccontato di quanto accaduto nel 1865, gli anni dalla Battaglia di Loreto-Castelfidardo che segna l’unità d’Italia.
Come ogni guerra, “inutile strage”, si porta dietro distruzioni, epidemie e morte.
La peste e il colera mietono vittime in Italia e particolarmente nella marca anconitana.
La fede, più forte nelle prove e nei pericoli, spinge i nostri padri davanti all’immagine del SS. Crocifisso con suppliche, processioni di penitenza e preghiere.
Castelfidardo resta incolume
TRADIZIONE
Questa memoria ci aiuta a affrontare le nuove e più pericolose epidemie spirituali e morali del nostro tempo e ci ricorda che Cristo, Crocifisso e Risorto, è la nostra unica Speranza.
Domenica 25 settembre Castelfidardo ha celebrato insieme l’Eucaristia allo stadio cittadino.
Ogni assemblea liturgica domenicale è segno-sacramento della grande assemblea celeste degli angeli e i santi che cantano in eterno la Gloria e la lode di Dio, come in un immenso Stadio.

PROFEZIA
Il Crocifisso è Risorto !
Domenica 25 settembre è stato letta la parabola di Lazzaro, il povero alle porte di un ricco epulone.
La seconda parte del racconto ci apre alla prospettiva della realtà che ci attende.
Intorno all’immagine del Crocifisso al centro dello stadio, ci hanno aiutato le parole di Papa Francesco al Convegno della Chiesa italiana a Firenze:
“Cari fratelli e sorelle, qui è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c‘è Gesù nostra luce.
In alto la scritta ‘ ECCE HOMO’. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto,mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra, mostrando i segni della passione, perché ‘Lui ha dato sé stesso in riscatto per tutti’
(1^ Tm.2,6). ’Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui’ (Gv.3,17)

Nella luce di questo Giudice di Misericordia, le nostre ginocchia si piegano in adorazione e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in lui i tratti del volto autentico dell’uomo.. E’ la contemplazione del Volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità. Anche di quella frammenta per le fatiche della vita o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. E’ il MISERICORDIAE VULTUS.
Lasciamoci guardare da Lui.
Gesù è il nostro umanesimo.
Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: Voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15)