Archivi mensili: Settembre 2020


SS.Crocifisso 2020

SS.CROCIFISSO di Castelfidardo  2020

SS. Crocifisso di Castelfidardo

                        Nel mese di Settembre  Castelfidardo ricorda l’Amore infinito del Padre che ha dato il suo Figlio Unigenito Gesù Cristo Crocifisso  per tutti noi e rinnova il suo Grazie, insieme alla Supplica e Invocazione,  nel segno della  ” Memoria” che i nostri padri ci hanno consegnato.

Cerchiamo di recuperare quello che la pandemia non ci ha permesso di vivere insieme  nel tempo pasquale

                                                        PROGRAMMA

 VENERDI 25 SETTEMBRE  CATECHESI

                Ore 21.15   Rosario meditato

Ore 21.30 La Fede in tempo di pandemia

(P. Roberto De Luca)

SABATO 26  SETTEMBRE    C’E’ TEMPO PER TE  (Collegiata)

              Ore 21.15     Preghiera silenziosa davanti al SS. Crocifisso,

                  icona della Divina MISERICORDIA, con  possibilità di confessarsi                                                                                            

              DOMENICA 27 SETTEMBRE  2020                  

          CAMMINO, MEMORIA, EUCARESTIA

       Ore 9.45 Raduno il Piazza Garibaldi (Chiesa SS.Abondio e Lucia)       

      Ore  10.00: Processione con il SS. Crocifisso portato dalle Confraternite

                        con  Il civico Gonfalone e  gli stendardi  delle Associazioni di Volontariato,

                        con il Complesso filarmonico  Citta’ di Castelfidardo

                       per le vie Garibaldi  Casanova Soprani P. Alighieri Colombo Matteotti P.Marina

                                       Roma P.za Trento Trieste Rosselli Angeloni  Battisti  Marconi P.za della Repubblica

    Ore 11  Celebrazione Eucaristica in Piazza della Repubblica                      

        Il Consiglio pastorale                                                           il Parroco


20 settembre 2020: domenica XXVI

(…) Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; pubblicani e prostitute invece gli hanno creduto (…).

Nei due figli, che dicono e subito si contraddicono, vedo raffigurato il mio cuore diviso, le contraddizioni che Paolo lamenta: non mi capisco più, faccio il male che non vorrei, e il bene che vorrei non riesco a farlo (Rm 7, 15.19), che Goethe riconosce: «ho in me, ah, due anime». A partire da qui, la parabola suggerisce la sua strada per la vita buona: il viaggio verso il cuore unificato. Invocato dal Salmo 86,11: Signore, tieni unito il mio cuore; indicato dalla Sapienza 1,1 come primo passo sulla via della saggezza: cercate il Signore con cuore semplice, un cuore non doppio, che non ha secondi fini. Dono da chiedere sempre: Signore, unifica il mio cuore; che io non abbia in me due cuori, in lotta tra loro, due desideri in guerra. Se agisci così, assicura Ezechiele nella prima lettura, fai vivere te stesso, sei tu il primo che ne riceve vantaggio. Con ogni cura vigila il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita (Prov 4,23).

Il primo figlio si pentì e andò a lavorare. Di che cosa si pente? Di aver detto di no al padre? Letteralmente Matteo dice: si convertì, trasformò il suo modo di vedere le cose. Vede in modo nuovo la vigna, il padre, l’obbedienza. Non è più la vigna di suo padre è la nostra vigna. Il padre non è più il padrone cui sottomettersi o al quale sfuggire, ma il Coltivatore che lo chiama a collaborare per una vendemmia abbondante, per un vino di festa per tutta la casa. Adesso il suo cuore è unificato: per imposizione nessuno potrà mai lavorare bene o amare bene. Al centro, la domanda di Gesù: chi ha compiuto la volontà del padre? In che cosa consiste la sua volontà? Avere figli rispettosi e obbedienti? No, il suo sogno di padre è una casa abitata non da servi ossequienti, ma da figli liberi e adulti, alleati con lui per la maturazione del mondo, per la fecondità della terra.

La morale evangelica non è quella dell’obbedienza, ma quella della fecondità, dei frutti buoni, dei grappoli gonfi di mosto: volontà del Padre è che voi portiate molto frutto e il vostro frutto rimanga… A conclusione: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti. Dura frase, rivolta a noi, che a parole diciamo “sì”, che ci vantiamo credenti, ma siamo sterili di opere buone, cristiani di facciata e non di sostanza. Ma anche consolante, perché in Dio non c’è condanna, ma la promessa di una vita buona, per gli uni e per gli altri. Dio ha fiducia sempre, in ogni uomo, nelle prostitute e anche in noi, nonostante i nostri errori e ritardi nel dire sì. Dio crede in noi, sempre. Allora posso anch’io cominciare la mia conversione verso un Dio che non è dovere, ma amore e libertà. Con lui matureremo grappoli, dolci di terra e di sole.

Letture: Ezechiele 18, 25-28; Salmo 24; Filippesi 2,1-11; Matteo 21, 28-32

Ermes Ronchi
Avvenire