Archivi annuali: 2016


SS. Crocifisso: memoria tradizione profezia

Il SS. Crocifisso di Castelfidardo :

MEMORIA TRADIZIONE PROFEZIA

MEMORIA
Nel mese di Settembre, Castelfidardo ricorda l’Amore Misericordioso del Padre che ha dato il suo Figlio Unigenito Gesù Cristo, crocifisso per noi e rinnova il suo Grazie nel segno della “Memoria” che i nostri padri ci hanno consegnato.
Ci hanno raccontato di quanto accaduto nel 1865, gli anni dalla Battaglia di Loreto-Castelfidardo che segna l’unità d’Italia.
Come ogni guerra, “inutile strage”, si porta dietro distruzioni, epidemie e morte.
La peste e il colera mietono vittime in Italia e particolarmente nella marca anconitana.
La fede, più forte nelle prove e nei pericoli, spinge i nostri padri davanti all’immagine del SS. Crocifisso con suppliche, processioni di penitenza e preghiere.
Castelfidardo resta incolume
TRADIZIONE
Questa memoria ci aiuta a affrontare le nuove e più pericolose epidemie spirituali e morali del nostro tempo e ci ricorda che Cristo, Crocifisso e Risorto, è la nostra unica Speranza.
Domenica 25 settembre Castelfidardo ha celebrato insieme l’Eucaristia allo stadio cittadino.
Ogni assemblea liturgica domenicale è segno-sacramento della grande assemblea celeste degli angeli e i santi che cantano in eterno la Gloria e la lode di Dio, come in un immenso Stadio.

PROFEZIA
Il Crocifisso è Risorto !
Domenica 25 settembre è stato letta la parabola di Lazzaro, il povero alle porte di un ricco epulone.
La seconda parte del racconto ci apre alla prospettiva della realtà che ci attende.
Intorno all’immagine del Crocifisso al centro dello stadio, ci hanno aiutato le parole di Papa Francesco al Convegno della Chiesa italiana a Firenze:
“Cari fratelli e sorelle, qui è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c‘è Gesù nostra luce.
In alto la scritta ‘ ECCE HOMO’. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto,mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra, mostrando i segni della passione, perché ‘Lui ha dato sé stesso in riscatto per tutti’
(1^ Tm.2,6). ’Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui’ (Gv.3,17)

Nella luce di questo Giudice di Misericordia, le nostre ginocchia si piegano in adorazione e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in lui i tratti del volto autentico dell’uomo.. E’ la contemplazione del Volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità. Anche di quella frammenta per le fatiche della vita o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. E’ il MISERICORDIAE VULTUS.
Lasciamoci guardare da Lui.
Gesù è il nostro umanesimo.
Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: Voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15)


la storia del circolo Toniolo

LA STORIA

                                                   IL CIRCOLO TONIOLO

 

Cronistoria dei primi 85 anni di vita

 

L’11 gennaio 1920 nasce il CIRCOLO GIOVANILE nella “Casa del Popolo nuovo” presso l’attuale Circolo cittadino in via Gramsci, intitolato a GIUSEPPE TONIOLO, in un palazzo acquistato da Don Paolo Pigini, primo assistente ecclesiastico, che coinvolge i giovani, allestendo tra l’altro numerosi spettacoli teatrali (in particolare, operette musicali).

Primo Presidente del Circolo Giovanile è il tipografo Armando Brillarelli.

Nel 1922, dopo un grave episodio di intolleranza in cui alcune squadracce di facinorosi mettono a soqquadro locali e biblioteca del Circolo, obbligando a chiudere l’attività per diverso tempo, viene nominato Presidente Dante Fontanella.

Nel 1930 il Circolo si trasferisce nei locali della Confraternita della Misericordia al Palazzo Mordini vicino alla Chiesetta della Misericordia, custodita dalle suore Carmelitane che accudivano gli anziani del ricovero.

Finche’ sono state a Castelfidardo, le Carmelitane e le Benedettine e gestivano anche l’asilo A San Benedetto pregavano e partecipavano alla S.Messa dietro le grate ancora visibili.

Nel 1938 diviene assistente del Toniolo don Giovanni Barbaccia, affiancando don Paolo Pigini, che ora segue i giovani di A.C. presso l’Istituto S.Anna, coadiuvato da Suor Grazia e dal maestro Osimani.

Don Giovanni Barbaccia non potrà portare a termine molte iniziative intraprese, perché un male inesorabile lo porterà a morte prematura

Nei momenti difficili del regime e della guerra i ragazzi più grandi trovano rifugio nella cantoria della Chiesa di San Benedetto per sfuggire ai rastrellamenti militari.

Dopo il passaggio del fronte (1943) le attività filodrammatiche già   avviate nella prima sede di via Gramsci, hanno un seguito in un teatrino allestito a San Benedetto.

Due novelli sacerdoti castellani sono all’opera: Don Giovanni Simonetti e don Lamberto Pigini. Li seguirà alla fine degli anni quaranta, don Antonio Monaldi e don Ottorino Cesana, venuto dal nord-Italia, determinato e dinamico, organizza la vita religiosa, ricreativa sportiva del Circolo

Nel cortile i ragazzi giocano a pallavolo, pallacanestro, calcio, calcetto: c’è la gloriosa TOPOLINO, la VIS Fidardense ecc…che conseguono notevoli traguardi sportivi. (c’è anche una “gancia” per il gioco delle bocce)

Nei locali interni ping-pong, bigliardo e bigliardino (calcio-balilla), giochi da tavolo; funziona anche una piccola biblioteca. C’è un proiettore per vedere filmini e diapositive

La domenica c’è la Messa a San Benedetto per i ragazzi alle 10, poi tutti a giocare!

Al Circolo ci sono Ragazzini – fiamma bianca – verde – rossa – poi si diventa aspiranti – juniores – seniores.

Le donne di Azione Cattolica preparano i ragazzi ai Sacramenti della Comunione e Cresima. Ne ricordiamo due per tutte:  Serenelli Teresina, Bugiolacchi Bice…

Nasce un bollettino che poi diventa “La voce del Toniolo”. I più grandi danno vita al giornale “Nespola”.

Il Circolo ha sempre avuto un Assistente ecclesiastico: Dopo don Paolo Pigini, don Giacinto Cinelli, don Giovanni Barbaccia, don Antonio Monaldi, don Giovanni Simonetti, don Lamberto Pigini, don Ottorino Cesana è la volta di don Ubaldo Biagioli, don Giuseppe Orlandoni (oggi Vescovo di Senigallia), don Quinto Farabollini, don Franco Pranzetti, don Candido Petraccini, don Moreno Martedì, don Lorenzo Tenti,don Giuseppe Ricotti, don Davide Duca,   don Andrea Cesarini, don Bruno Bottaluscio…

I preti ad un certo momento facevano sparire il pallone (una volta magari sotto la tonaca!), si va un momento tutti in chiesa e si prega insieme. Poi tutti di nuovo a giocare

“Tanti bei ricordi…per coloro che sono cresciuti a San Benedetto -come scriveva Mons Primo Recanati nel primo numero della Voce del Toniolo – a lodare Iddio con preghiere e canti; tutti passati nelle stanze per le adunanze, recite, gare di bigliardo e ping pong, bisbocciate in occasione di onomastici, compleanni, addii a emigranti e militari. Tanti giovani sono passati nel cortile per le partite di pallacanestro e pallavolo. Furono gli anni più belli!”

In un altro giornalino del Circolo Toniolo, già Mons. Alfredo Bontempi aveva scritto:

Qui i giovani potrebbero ritrovare trasparente chiarità d’animo, fervore, spontaneità d’impulsi, generosità e disinteresse, perche’ gioventù è volontà di conquista, desiderio di lanciarsi e di affermarsi, libertà spirituale, capacità di superarsi, di rinascere ogni ora, fiducia in sé e negli altri, nel proprio avvenire e nella bellezza della vita”.

…… adesso si ricomincia!

(informazioni raccolte varie fonti e testimonianze castellane

a cura di Don Bruno Bottaluscio)


don Giovanni Simonetti

don giovanni simonetti 001 Cari amici,

viene scritta questa e-mail per parlare della nuova “Associazione don Giovanni Simonetti”.

Forse qualcuno di voi, almeno tra quelli della zona di Recanati e Castelfidardo, ha conosciuto don Giovanni Simonetti e soprattutto quei sacerdoti che lo hanno avuto quale padre spirituale per due anni al Pontificio Seminario di Fano. Un sacerdote, un grandissimo amico ma soprattutto un uomo pieno di fede e ricco di cultura, grande appassionato di storia locale e di vecchie tradizioni.

Ha svolto la sua missione pastorale soprattutto nella scuola. È stato professore di filosofia al Liceo classico di Recanati ed erano proprio tanti gli allievi che lo andavano a trovare nelle ore del pomeriggio per discutere con lui: era capace di rendere semplice ogni argomento e di approfondirlo spaziando nelle varie discipline, anche quelle scientifiche.

Le ore del giorno, fuori dalla scuola, le trascorreva in Chiesa, in una piccola stanza della sacrestia, a lavorare con il computer per le sue ricerche.

Quando ha avuto dal Vescovo l’incarico di parroco per la Chiesa di Sant’Agostino di Recanati, ha iniziato a conoscere i parrocchiani, stringendo nel tempo tanti contatti personali.

La sua liturgia era caratterizzata dai canti, quasi sempre quelli popolari, più antichi, che lui ripeteva nel timore che le vecchie tradizioni potessero scomparire. Le omelie dimostravano la sua cultura, soprattutto quando si soffermava ad analizzare l’etimologia delle parole, per noi difficili, presenti nelle Sacre Scritture.

La sua modestia era unica e lo portava a mettersi sempre agli ultimi posti e a pensare “agli ultimi”: tanti immigrati lo andavano a trovare ogni giorno per ricevere un obolo e una parola di speranza.

Pertanto don Giovanni non è stato solo un uomo di cultura e di studio, ma soprattutto una fonte di amore per quanti, bisognosi, accorrevano a lui.

Ricordiamo che quando ci incontrava, ci stringeva entrambe le mani, esprimendo anche in questo modo la sua vicinanza affettiva.

Era con certezza un vero pastore di anime e avere avuto don Giovanni è stata, per la Diocesi di Macerata, una vera Grazia di Dio.

Considerato il valore non comune di questo sacerdote, fra pochi giorni costituiremo una regolare associazione con atto notarile a suo nome, in modo che il suo ricordo viva a lungo nel tempo. La nipote di don Giovanni, Angela Galassi, ricoprirà il ruolo di Presidente.

Tra i documenti di don Giovanni, sono stati rinvenuti ben 35 suoi diari: pagine ricche di riflessioni personali, scritte quotidianamente, per annotare quanto lui stesso avesse realizzato nel corso della giornata.

Pensando di fare cosa gradita ai nostri lettori della Morning Note e di Cronos, spediremo una mail periodica con alcune delle riflessioni che don Giovanni scriveva nel suo diario quotidiano. Tali pensieri certamente potranno essere un elemento di gradita meditazione per ciascuno di noi e, proprio per questo, gratuitamente provvederemo alla loro diffusione.

La presente newsletter porta il numero 1, e ringraziamo quanti vorranno leggerla: abbiamo trascritto alcune frasi, trovate nell’ultimo diario di don Giovanni, scritte tra aprile e maggio 2014.

Ringraziamo e porgiamo distinti saluti.

La Presidente Angela Galassi, nipote di don Simonetti

Il Presidente Onorario don Lamberto Pigini

 

*********

Ecco per oggi alcune frasi di Don Giovanni per le nostre riflessioni

 

13 aprile 2014

Luce e tenebre. Visione e cecità. Udito e sordità. Ci siamo in mezzo e non osservatori.

2 maggio 2014

Talvolta ho la sensazione che siamo gettati nel mondo per conservare lo splendore dei cieli e della terra e per continuare la perennità della sopravvivenza. Ma io ho anche un’anima per trasmettere la bellezza e la verità del pensiero, che vale mille montagne e mille mari.

Giusto è chi riesce a capire e a consegnare la conoscenza della tradizione, che prima di essere codificata è vissuta e ricordata.

N.B. Chi desidera avere  i prossimi numeri

         mandi la sua mail a :

info@associazionedongiovannisimonetti.com


Il Lavoro per la dignità della persona

lavorarexvivere

Invitiamo tutti  a partecipare.

L’iniziativa, promossa dal Consiglio Pastorale con il patrocinio del Comune di Castelfidardo, vuole rivolgere l’attenzione al mondo  del lavoro, in particolare,degli esercenti, commercianti,operatori turistici, gestori dei punti di ristoro e di aggregazione della nostra Città.

Domenica 17 aprile, ore 11.30, celebriamo L’Eucaristia nella nostra Collegiata, animata  dal mondo del lavoro.

 


Ricordiamo Don Giovanni Simonetti

don giovanni simonetti 001A un anno dal suo ritorno alla casa del Padre

la Comunità  di Castelfidardo vuole fare memoria della vita e della testimonianza di fede di Don Giovanni.

Programma.

Domenica 28 febbraio 2016

ore 10 S.Messa in Collegiata con alcune testimonianze

ore 15.30 Circolo Toniolo

                Giochiamo insieme (Pallavolo pallacanestro calcio9

                 Dedichiamo lo storico Campetto del Toniolo a:

                  “Don Giovanni Simonetti”

con una targa all’interno e una lapide all’esterno.

Facciamo merenda insieme.