Nel mese di
Settembre Castelfidardo ricorda l’Amore
infinito del Padre che ha dato il suo Figlio Unigenito Gesù Cristo
Crocifisso per tutti noi e rinnova il
suo Grazie, insieme alla Supplica e Invocazione, nel segno della ” Memoria” che i nostri padri ci
hanno consegnato.
PROGRAMMA
VENERDI 24 SETTEMBRE: (Collegiata)
Ore 21.15 Rosario meditato
Ore 21.30 La Fede in tempo di pandemia: guardare oltre, guardare l’Altro
(Riflessioni suggerite da Andrea Paladini)
SABATO 25
SETTEMBRE via Garibaldi 4-6
Ore 19 Benedizione del nuovo Centro Pastorale parrocchiale (Arcivescovo
Angelo Spina)
Inaugurazione sede WE AT CO (progetto lavorogiovani)
Ore
21.15 C’E’ TEMPO PER TE (Collegiata)
Preghiera silenziosa davanti al SS. Crocifisso,
icona della Divina MISERICORDIA,
con possibilità di confessarsi
DOMENICA 26 SETTEMBRE 2021
CAMMINO,MEMORIA,EUCARESTIA
Ore 10.00 Raduno il Piazza Garibaldi (Chiesa SS.Abondio e Lucia)
Ore 10.15: Processione con il SS. Crocifisso portato dalle Confraternite
con Il civico Gonfalone e gli stendardi
delle Associazioni di Volontariato,
con il Complesso
filarmonico Citta’ di Castelfidardo
per le vie Garibaldi
P.le Don Minzoni Roma Sauro
Battisti Garibaldi
Ore 11 Celebrazione
Eucaristica in Piazza Garibaldi
Letture: Sapienza 2,12.17-20; Salmo 53; Lettera di san Giacomo 3,16-4,3; Marco 9,30-37
Un’alternanza di strade e di case: i tre anni di Galilea sono raccontati così da Marco. Sulla strada si cammina al ritmo del cuore; si avanza in gruppo; qualcuno resta un po’ indietro, qualcun’altro condivide chiacchiere leggere con un amico, lasciando fiorire parole autentiche e senza maschere. Gesù ha lasciato liberi i discepoli di stare tra loro, per tutto il tempo che vogliono, con i pensieri che hanno, con le parole che sanno, senza stare loro addosso, controllare tutto, come un genitore ansioso. Poi il Vangelo cambia ambientazione: giungono in casa, e allora cambia anche la modalità di comunicazione di Gesù: sedutosi, chiamò i dodici e disse loro (sedette, chiamò, disse sono tre verbi tecnici che indicano un insegnamento importante): di cosa stavate parlando? Di chi è il più grande. Questione infinita, che inseguiamo da millenni, su tutta la terra.
Questa fame di potere, questa furia di comandare è da sempre un principio di distruzione nella famiglia, nella società, nella convivenza tra i popoli. Gesù si colloca a una distanza abissale da tutto questo: se uno vuol essere il primo sia il servo. Ma non basta, c’è un secondo passaggio: “servo di tutti”, senza limiti di gruppo, di famiglia, di etnìa, di bontà o di cattiveria. Non basta ancora: «Ecco io metto al centro un bambino», il più inerme e disarmato, il più indifeso e senza diritti, il più debole e il più amato! Proporre un bambino come modello del credente è far entrare nella religione l’inaudito. Cosa sa un bambino? Il gioco, il vento delle corse, la dolcezza degli abbracci. Non sa di filosofia, di teologia, di morale. Ma conosce come nessuno la fiducia, e si affida. Gesù ci propone un bambino come padre nella fede. «Il bambino è il padre dell’uomo» (Wordsworth).
I bambini danno ordini al futuro, danno gioia al quotidiano. La casa ha offerto il suo tesoro, un cucciolo d’uomo, parabola vivente, piccola storia di vita che Gesù fa diventare storia di Dio: Chi lo abbraccia, abbraccia me! Gesù offre il suo tesoro: il volto di un Dio che è non onnipotenza ma abbraccio: ci si abbraccia per tornare interi (A. Merini), neanche Dio può stare solo, non è “intero” senza noi, senza i suoi amati. Chi accoglie un bambino accoglie Dio! Parole mai dette prima, mai pensate prima. I discepoli ne saranno rimasti sconcertati: Dio come un bambino! Vertigine del pensiero. L’Altissimo e l’Eterno in un bambino? Se Dio è come un bambino significa che devi prendertene cura, va accudito, nutrito, aiutato, accolto, gli devi dare tempo e cuore (E. Hillesum). Non puoi abbandonare Dio sulla strada. Perché Dio non sta dappertutto, sta soltanto là dove lo si lascia entrare (M. Buber).